Cosa faremo
Faremo tre attività diverse. Per prima cosa, testeremo e esploreremo i limiti del nostro spazio personale e di quello delle altre persone in uno spazio pubblico del quartiere, prestando attenzione alle nostre sensazioni e al significato del consenso. Lo faremo attraverso diverse modalità: da sol*, in coppia e in gruppo. Sono previsti abbracci, schiaffi (non forti!), camminate a occhi chiusi e musica. Poi, parleremo delle città in cui viviamo, usando come spunto le discriminazioni raccontate in alcune serie Netflix e film. Infine, condivideremo le nostre esperienze nello spazio urbano e immagineremo situazioni irreali, per riflettere insieme sul significato di ciò che viviamo quotidianamente, mettendoci nei panni dell* altr* e invitando l* altr* a fare lo stesso.
Perché
Le città sono contesti in cui possiamo sentirci più liber* o più oppress*, dove accadono molte cose a cui spesso non prestiamo attenzione: razzismo, sessismo, classismo, omofobia, e chi più ne ha, più ne metta. Avere gli strumenti per interpretare la città ci aiuta a essere più consapevoli di ciò che accade intorno a noi.
Strumenti
Faremo giochi sensoriali, performance e dibattiti. Poi, ci divideremo in gruppi per realizzare qualcosa di creativo insieme, a seconda delle vostre preferenze. Creeremo una playlist spotify condivisa per la musica, quindi è bene arrivare al laboratorio con almeno una canzone in mente. 
MUSA
Spoke 6 – Youth forum as a model for social engagement for young people.

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